Segnalazione Antitrust

Venditore scorretto? Segnalalo all’Antitrust!

Se hai subito una pratica commerciale scorretta, puoi fare una segnalazione all’Antitrust, l’Autorità indipendente che sanziona questi comportamenti. La segnalazione: è semplice e gratuita

Venditore scorretto? Segnalalo all’Antitrust!

Se hai subito una pratica commerciale scorretta, puoi fare una segnalazione all’Antitrust, l’Autorità indipendente che sanziona questi comportamenti. La segnalazione: è semplice e gratuita

Quali comportamenti posso segnalare all'Antitrust?

Su segnalazione dei consumatori l’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) può accertare e bloccare le pratiche commerciali scorrette e le pubblicità ingannevoli e comparative illecite. Ai segnalanti non sono richieste particolari formalità, pagamenti all’Antitrust o l’assistenza di un avvocato.

Quando una pratica commerciale è scorretta?

Per “pratica commerciale” si intende qualsiasi azione, omissione, condotta, dichiarazione o comunicazione commerciale, compresa la pubblicità, che un'azienda pone in essere per promuovere, vendere o fornire beni o servizi ai consumatori. La pratica commerciale è “scorretta” quando falsa o è idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento del consumatore medio che raggiunge o al quale è diretta.
Nel settore delle vendite online vengono considerate pratiche commerciali scorrette: la vendita di prodotti dichiarati disponibili ma in realtà non disponibili, l'ostacolo all'esercizio dei diritti dei consumatori (resi, rimborsi, garanzia), l’induzione in errore sul prezzo, le caratteristiche e i rischi connessi all'utilizzo dei prodotti.

Che cosa si intende per pubblicità ingannevole e comparativa illecita?

La pubblicità è “ingannevole” quando è in grado di indurre in errore l’impresa alla quale è rivolta, pregiudicandone il comportamento economico, o quando è idonea a ledere un concorrente. L’ingannevolezza può riguardare le caratteristiche dei beni o dei servizi, come la loro disponibilità o la data di fabbricazione, il prezzo e le condizioni di fornitura.
La “pubblicità comparativa” è invece quella modalità di comunicazione pubblicitaria con la quale un’impresa promuove i propri beni o servizi mettendoli a confronto con quelli dei concorrenti. Questo tipo di pubblicità è “illecita” quando è ingannevole, mette a confronto beni disomogenei in modo non oggettivo, ingenera confusione tra le imprese, provoca discredito al concorrente.

Come si fa una segnalazione all'Antitrust?

Innanzitutto è importante che le segnalazioni siano il più possibile precise e dettagliate nel descrivere i fatti e forniscano, se disponibili, copia dei documenti o dei messaggi per i quali si chiede l’intervento.
L'Antitrust offre diverse semplici modalità di segnalazione (via posta, via pec e con formulario da compilare online). Tutte le informazioni richieste nel modulo di segnalazione sono importanti ai fini dell’accertamento dei fatti segnalati.
Dopo l’invio di una segnalazione, seguirà ulteriore comunicazione da parte dell'Antitrust solo in caso di avvio di un'istruttoria. In caso di mancato avvio nel termine di 180 giorni, l'istruttoria si intende definita con un’archiviazione o un non luogo a provvedere.

Quali comportamenti posso segnalare all'Antitrust?

Su segnalazione dei consumatori l’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) può accertare e bloccare le pratiche commerciali scorrette e le pubblicità ingannevoli e comparative illecite. Ai segnalanti non sono richieste particolari formalità, pagamenti all’Antitrust o l’assistenza di un avvocato.

Quando una pratica commerciale è scorretta?

Per “pratica commerciale” si intende qualsiasi azione, omissione, condotta, dichiarazione o comunicazione commerciale, compresa la pubblicità, che un'azienda pone in essere per promuovere, vendere o fornire beni o servizi ai consumatori. La pratica commerciale è “scorretta” quando falsa o è idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento del consumatore medio che raggiunge o al quale è diretta. Nel settore delle vendite online vengono considerate pratiche commerciali scorrette: la vendita di prodotti dichiarati disponibili ma in realtà non disponibili, l'ostacolo all'esercizio dei diritti dei consumatori (resi, rimborsi, garanzia), l’induzione in errore sul prezzo, le caratteristiche e i rischi connessi all'utilizzo dei prodotti.

Che cosa si intende per pubblicità ingannevole e comparativa illecita?

La pubblicità è “ingannevole” quando è in grado di indurre in errore l’impresa alla quale è rivolta, pregiudicandone il comportamento economico, o quando è idonea a ledere un concorrente. L’ingannevolezza può riguardare le caratteristiche dei beni o dei servizi, come la loro disponibilità o la data di fabbricazione, il prezzo e le condizioni di fornitura. La “pubblicità comparativa” è invece quella modalità di comunicazione pubblicitaria con la quale un’impresa promuove i propri beni o servizi mettendoli a confronto con quelli dei concorrenti. Questo tipo di pubblicità è “illecita” quando è ingannevole, mette a confronto beni disomogenei in modo non oggettivo, ingenera confusione tra le imprese, provoca discredito al concorrente.

Come si fa una segnalazione all'Antitrust?

Innanzitutto è importante che le segnalazioni siano il più possibile precise e dettagliate nel descrivere i fatti e forniscano, se disponibili, copia dei documenti o dei messaggi per i quali si chiede l’intervento. L'Antitrust offre diverse semplici modalità di segnalazione (via posta, via pec e con formulario da compilare online). Tutte le informazioni richieste nel modulo di segnalazione sono importanti ai fini dell’accertamento dei fatti segnalati. Dopo l’invio di una segnalazione, seguirà ulteriore comunicazione da parte dell'Antitrust solo in caso di avvio di un'istruttoria. In caso di mancato avvio nel termine di 180 giorni, l'istruttoria si intende definita con un’archiviazione o un non luogo a provvedere.

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